Dollaro ancora debole anche nel secondo semestre 2025?
Il primo semestre del 2025 per il dollaro statunitense è stato caratterizzato da una forte volatilità, sfociata in una significativa perdita nei primi mesi dell’anno. Da un lato le crescenti preoccupazioni sui conti pubblici e dall’altro le politiche sui dazi nuova amministrazione hanno determinato una perdita di fiducia tra molti investitori internazionali. In questo quadro il Dollar Index, ad aprile scorso, è tornato sotto la soglia del 100 punti per la prima volta da inizio 2022.

Nel complesso, però, un differenziale ancora positivo per gli USA in termini di rendimenti reali e premio sull’azionario ha consentito al dollaro di non affondare. Ma come potrebbero andare le cose da qui a fine anno?
Secondo gli analisti le prospettive sono per un ulteriore indebolimento, complice anche una politica monetaria della FED che si farà più accomodante. L’intensità dell’indebolimento dipenderà anche dall’evoluzione della situazione geopolitica e dalla capacità di recupero economico di Asia ed Europa.
Per gli analisi di Bank of America lo spazio al ribasso per il biglietto verde è comunque limitato, con l’effetto dei tagli Fed parzialmente compensato da un contesto globale incerto e dalla lenta ripresa dell’Europa e dell’Asia. J.P. Morgan sottolinea come il dollaro sia ancora estremamente forte rispetto alla media storica e prevede una graduale debolezza nella seconda parte del 2025, anche in virtù di una posizione di ipercomprato e rischi strutturali sul deficit commerciale USA.
In definitiva la seconda metà del 2025 sarà caratterizzata da un dollaro mediamente più debole rispetto ai massimi di inizio anno, ma senza tracolli, grazie al sostegno dei tassi USA ancora relativamente elevati.